Oggetto Forma Colore


LETTURE CRITICHE     2010/2011    CLASSE 5B

La visita al Museo Magi900, Sala delle Eccellenze MADI,

è stata una vera esperienza euristica, in cui "autoapprendere", e ri-apprendere da capo, quanto studiato a scuola.  In questa fase, ciascuno studente ha individuato un' opera da studiare più approfonditamente e ne ha applicato i criteri per la produzione di una Lettura Critica, a partire dall' Analisi Grafica e del Codice Visivo

 STRUTTURA COMPOSIZIONE LINEA FORMA COLORE

L’ Analisi Grafica prevede anche una rielaborazione intesa come altra e continua soluzione visiva


OPERE MADI

 

 Emanuela Menegatti

OPERA MADI 52, Piergiorgio Zangara

L'artista ha utilizzato materiali solidi (legno) e trasparenti, plastici-flessibili come il plexiglass, fondendo “solidità” a “leggerezza”, strutturati fra loro in una complessa architettura di relazioni geometrico-matematiche e di calcoli che sfuggono a una regolare comprensione: 5 grandi circonferenze inscritte nel quadrato  dominano rispetto i quadrati di riferimento.

Ciascuna di esse evidenzia settori circolari profilati di rosso e campiti in diverse tonalità verde acqua; suggestivi i gialli dei due circoli più piccoli  che sembrano suggellare l’ intero complesso di forme e colori trasparenti.

Il continuo rapporto quadrato- raggio del cerchio produce, dell’ opera, uno  sviluppo  a "scale", accompagnato dalla linea rossa dei profili.

Le due circonferenze che originano questa forte “salita” di circoli risultano simmetriche e contrapposte, generando subito una massima tensione di pesi e direzioni, tale da sentirne la forza immobilizzata  nel tempo: studiandola, si è spinti dal desiderio di comprendere la regola che vuole che in ogni circonferenza il settore circolare più scuro definisca una nuova geometria della circolo, ma è difficile svelare una tale energia “segreta”!

 

 

Angelica Pancaldi 

FUGUE SOLAIRE 1, 2006, acrilico su materiale plastico e legno, P. Vacher

Alla base dell' opera vi è una profonda geometria volumetrica, resa dalle forme cilindriche dei quattro solidi di altezze diverse, uniti saldamente l’ uno all’ altro, ed interpretata dalle cavità delle basi superiori, nere, ottenute per mezzo di varie inclinazioni oblique dei “piani secanti”. Le cavità vengono lette come soluzioni del cerchio per giungere all’ ovale. Queste variazioni creano un ritmo ed equilibrano i diversi livelli di altezza dei “cilindri”. La superficie esterna esalta il rosso e  il bianco su aree nettamente separate e scandite obliquamente: una sottile linea grigia sottolinea la separazione tra i due colori, forti e decisi, determinandosi per contrasti tra le parti; infine vi è il nero, all' interno dei cilindri che allude a uno spazio profondo ma circoscritto, delimitato dalla circolarità cilindrica che lo avvolge. Emblema dell’ opera, la profondità si presenta in forma di “quotidianità”, come parte intrinseca degli oggetti di cui ci circondiamo, suggerendoci una sorta di instabilità tra ciò che ci è noto e ciò che “improvvisamente” si rivela sconosciuto.

 

Adelaide Palermo

SENZA TITOLO,2008/2009 acrilico su legno, cm 54,5x47,5x3,5,

Torsten Ridell

Formata da due triangoli isosceli “abbassati”, cioè aventi l’ altezza minore della base, e la base in comune, l’ opera di Ridell rappresenta l'equilibrio, la ricerca dell'ortogonalità, ma si avvale anche di tensioni determinate da effetti ottici. Infatti, pur sviluppandosi in direzioni opposte, cioè un triangolo verso l'alto e l'altro verso il basso, l’ attenzione visiva è sempre attratta verso il centro dove convergono le dinamiche delle linee direttrici che dividono nettamente i “campi” del nero e del bianco in due settori contrapposti e alternati. Le diverse dimensioni dei due triangoli conferiscono alla composizione  maggiori direzioni a seconda del colore e della dinamica che permette di percepire la struttura dell’ opera in tutte le forme cui rinvia: due triangoli isosceli contrapposti; un rombo; quattro triangoli rettangoli; due coppie di angoli retti incidenti; contrapposizione del bianco e del nero. Ho scelto quest'opera perché ha in sé tutte queste figure. E l'equilibrio sta proprio in ciò: l'artista ha compensato il lato positivo della vita rappresentato dal colore bianco, luce, simbolicamente purezza e sincerità,  contrapposto al nero, l’ assenza della luce.

 

Samantha Tovoli

LIGNES OBLIQUES n. 422, 2006, acrilico su legno e corda, cm. 104x 122, Jaildo Marinho

La struttura dell'opera è data dalla composizione di 4 triangoli equilateri di identiche dimensioni, profilati come cornici.  Contrapposti a coppie (due si toccano al vertice, gli altri due , sulla base), i triangoli sono l’ origine di una rotazione verso destra per la ricomposizione dell’ esagono che li contiene, che però, risulta solo parzialmente completato. Perciò, l’ equilibrio dell’ opera si fonda sull’ alternarsi percettivo delle due configurazioni: triangoli  dai vertici tangenti o contrapposti/ triangoli dai vertici al centro dell’ esagono.Su fondo bianco, i colori verde, giallo, in due tonalità, e arancione evidenziano il “ritaglio”, il vuoto al centro di ogni triangolo, la perfetta definizione della forma triangolare. La circonferenza che circoscrive l’ intera composizione non è percettibile: la possiamo solo immaginare, il triangolo è il vero protagonista.


Eleonora Milo

CIRCONFERENZA IN ESPANSIONE, Marta Pilone                 

La struttura dell’ opera è tanto semplice, quanto geniale sono presenti dieci strisce ricurve di plexiglass sovrapposte e tangenti in un punto, fissate con un perno. La tecnica di forgiare a caldo il plexiglass rende possibile la stabilità della forma curva. Le strisce, perciò, risultano come l’ esito di anelli aperti e tenuti insieme, tale da sembrare un’implosione. Infatti, le circonferenze, così aperte, sono in tensione per assumere forma  ellittica. La flessibilità del materiale sembra rendere percepibili le vibrazioni “sonore” oltre che visive, e si ha fortemente il senso dell’espansione verso cui tende l’ opera in ogni sua parte.  Sono presenti pochi elementi gialli che illuminano il nero dominante. 

Valentina Roncarati

CERCLE ROUGE, 2007/008, Bolivar

L’opera di Bolivar, Cercle rouge è pura sintesi della geometria, elevata a linguaggio universale: utilizza il rettangolo aureo e crea rapporti tra le parti, dominate dai colori,in modo da coglierne diverse funzioni: Il rettangolo aureo è suddiviso nel quadrato, giallo, e nell’ ulteriore rettangolo aureo di un indefinibile tono di grigio/verde, dal quale scaturisce , sconfinando, una circonferenza arancione. Il colore qui è inteso come parte integrante della materia di cui sono fatte le forme. La forte struttura del rettangolo tiene insieme tutto e anche il cerchio prospiciente sembra trattenuto, come riassorbito. L’artista gioca molto bene con figure semplici quali il cerchio, il rettangolo e il quadrato, e con apparenti semplici accostamenti,   rivelando un equilibrio sottilissimo. In quest’opera i colori utilizzati esprimono il massimo del rapporto tra colori caldi e l’ assenza stessa del colore. Colore e spazialità si inseriscono, pertanto,  nel tema di una teorizzazione relativistica spazio/temporale per il rigore del loro impiego, dove il colore sta al tempo,lo spazio ai rapporti aurei e il cerchio impone la “curvatura della luce”, secondo la teoria di Einstein.

 

Lucia Bongiovanni

CIRCOLARITÀ BICROMATICHE STELLARI", Mirella Forlivesi

L’opera consiste principalmente in una forma circolare, posta su di un piedistallo, caratterizzata da un ritaglio a forma stellare che dal centro si estende verso l’ alto e definisce con grande rigore geometrico uno spazio vuoto. La sua struttura è costituita da due lamine plastiche ( verde pallida una e neutra l’altra) parallele che creano spessore e cavità al tempo stesso. IL ritaglio assume forma scalare zigzagante esprimendo in modo esemplare il titolo dell’ opera in una perfetta aderenza “forma-contenuto”. Si ha l’impressione che vi  sia uno sprigionamento di luce, la cui fonte è posta nell’ intaglio “stellare” al centro del cerchio, laddove il vuoto diventa protagonista.

 




Silvia Zucchini

TONDO SINUOSO, Gianfranco Nicolato

L’opera di Gianfranco Nicolato, Tondo Sinuoso, un “oggetto Madi” ligneo e dai colori nitidi, è strutturata su due piani circolari paralleli e strettamente connessi l’ uno all’ altro: al piano di fondo, di colore giallo, è sovrapposto un altro piano, rosso, “tagliato” in due, come da una spaccatura curvilinea, ben definita. Le parti, di cui è formato quest’ ultimo piano circolare, risultano discostate l’una dall’altra e lasciano emergere un diverso colore: il blu.

Si avverte l’ energia decisiva e calcolata di questa forza: appare una linea ondeggiante che “scivola via”, o che “trascina via…”

Una via di fuga; fuga dal dolore.

Questa “striscia” attraversa il cerchio determinando un tracciato sinuoso, ma coglie anche  un nodo  spigoloso in cui concentrare tutte le “difficoltà della vita”: un percorso che, dopo questa cuspide, riprende il suo orientamento, verso un’ altra fine.

 


Ilaria Landuzzi

FOLDING N. 2, di Franco Cortese

L’opera di Franco Cortese è una struttura nel complesso semplice: al centro domina la forma del rombo alle cui basi, inferiore e superiore, si evidenziano due triangoli scaleni. Apparente

statico e asimmetrico studio di forme, le linee si profilano nettamente e obliquamente, ammorbidite dalle ombre proiettate e portanti.  Vi è qui una doppia spinta direzionale: dal basso verso il centro  dell’ opera, e dall’ alto verso un punto proiettato lontano, attratto dallo spigolo acuto ed estraneo all’ opera stessa: il nostro sguardo tende perciò a ricercare anche al di fuori dell’ opera le ragioni del suo equilibrio.

Osservando l’ opera  in modo più accurato, appare il corpo unico di cui è formata, ripiegato su se stesso, in alto e in basso, a riproporre una fase per la composizione degli origami giapponesi.

L’ artista propone un materiale resistente, quale il ferro, al pari della carta, o meglio, dimostra che le qualità di manipolazione del ferro sono solo apparentemente dure e immodificabili. Così, ha origine un’opera robusta ma raffinata, forte ma elegante, caratteri trasmessi anche dal colore nero che unifica tutta l’opera.

 




Lisa Salvatori

CONSTRUCTION N°1, 2009,tecnica mista su legno,cm. 25x27,5x6,5

Jean Charasse

L’opera di Jean  Charasse è caratterizzata da una forte ortogonalità. Infatti la forma è data dall’ insieme delle  linee orizzontali e verticali che costituiscono i vari spessori che la compongono e che determinano  la forma geometrica base dell’opera: una composizione quadrata modulare in cui  gli elementi si dispongono alterni lungo l’ asse mediano. L’ equilibrio è dato dal rapporto dei pesi tra “pieni e vuoti”.   Nella loro interazione, il ripetersi della forma quadrata, vi è organicità compositiva. L’opera appare anche come scomposizione originata dall’assenza di un modulo, “spostatosi” dallo spigolo destro all‘ interno: in tal modo, esso va a costituire il nucleo centrale della costruzione. Gli spessori creano grande effetto chiaroscurale: un gioco di ombre moltiplica gli elementi.

 


Nicol Poggiana

CORYL I, 2009, Jean Branchet

DESCRIZIONE: In "Coryl I",  Jean Branchet ha utilizzato forme miste curvilinee  e accostamenti di più figure geometriche quali: triangolo rettangolo, circonferenza, semicirconferenza, rettangolo, in un sottile gioco di “ritagli”, “rilievi” e “sovrapposizioni”. Nella stesura dei colori, egli ha utilizzato la sovrapposizione del nero sul bianco quantitativamente prevalente. Tuttavia è il nero il colore che sembra tenere unita l'intera opera: le figure principali infatti (un triangolo e un’ ellisse dai vertici acuti) sono tenute insieme dai tre rettangoli neri posti orizzontalmente in vicinanza: uno di questi, con un lato curvilineo, è dominante.  "Coryl I", inizialmente, sembra suscitare grande caos, il caos che ci confonde e ci rende schiavi della monotonia nella vita di tutti i giorni; osservandola meglio, si può però notare la straordinaria unità di tutti gli elementi di per sé così diversi tra loro, e proprio le linee nere sembrano “venirci incontro”: potrebbero significare le persone a noi care (famiglia, amici...) che ci aiutano ad affrontare il caos della vita e a tenerci uniti ad essa.

 

Lucia Tassinari

GR-SM, 2006, Giuseppe Rosa

L’artista ha utilizzato alcune  figure geometriche di diversi materiali  per completare il “ritaglio” ricavato da una forma  triangolare blu, avvolta da striscioline metalliche, che costituisce il corpo centrale dell’ opera, e ottenere  una figura mista: sono visibili un piccolo triangolo  arancione a sinistra del corpo centrale, e un circoletto grigio dal profilo arancione  a destra, collocati con l’ intento di dare continuità alla varie parti dell’ intera composizione.  L’ opera si realizza nella relazione tra “continuità” della forma complessiva, e “discontinuità” dei suoi diversi elementi, in cui il forte contrasto dei colori complementari blu/arancio giocare un ruolo decisivo.




Elissa Nocco

PENTAGONE, CERCLE, CARRÈE SUR LE FOND TRIANGLE, 2008, acrilico su tela cm 55x49,Mitsouko Mori                

L'opera di Mitsouko Mori è composta da un triangolo equilatero che racchiude varie forme geometriche regolari l'una progettata entro l'altra.  Troviamo: un cerchio che contiene a sua volta un quadrato. All'interno del quadrato vi è un'altra circonferenza e al centro due pentagoni uno dentro l'altro. Ogni figura geometrica “rinvia” e sposta l’ attenzione a quella successiva, e, sebbene vi sia una progressiva riduzione delle dimensioni delle figure, essendo una dentro l’ altra, il nostro occhio tende a percepire ogni figura autonomamente. La sistemazione delle figure e dei colori genera un senso di profondità, quasi come se ci fosse un “tunnel” all'interno del triangolo equilatero, una cavità e una forza motrice che fa ruotare il centro  su se stesso dinamicamente, a ricercare relazioni spaziali più ampie, oltre i confini del triangolo equilatero che le contiene tutte.  Ma è anche vero che, se torniamo alla figura nel suo insieme, Il  blu condiziona il colore dell'opera e sembra assorbire su di sé tutti gli altri colori, di cui il rosso e i colori acromatici bianco e nero. Siamo, allora, di fronte a un “cosmo” generato dalla perfezione della forma triangolare.